Storie di auto e di famiglia... "dalle fiat 1100 alle Opel kadett" i racconti e le memorie di Carlo Carugati ripercorrono periodi e costumi dal 1955 agli anni 80... il 1980
 
 
 
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"Storie e racconti ,,
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Dalle Fiat 1100 alle Opel Kadett storia d’auto e di famiglia
Cap. 5 1979 – 1985 Opel Kadett C 1.0 S “Berlina” 4 porte
Cap. 5/b 1980 - 1983

Il 1980

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Lancia Delta 1500

Ognuno di noi ha un anno dove può dire che da quel momento cambiò la sua vita. Per me indubbiamente, come vedremo, è il 1980. Avrete notato il nuovo sottotitolo. Come entra una Lancia Delta in questa storia ? Il mio grande amore era l'Alfa Romeo Alfetta 1,8, punto di riferimento per me e che, nei vari studi e confronti che avevo fatto negli anni,non era stata scalfita nè dalla nuova Opel Ascona B 20E, nè dalla Ford Taunus 2.0 Ghia, dalla BMW 316,318,320, nè dalla ultima Audi 80 GTE

o dalla Golf GTI prima serie.

Un momento di pazienza ed andremo a svelare l'innamoramento. Ma da questa puntata parleremo di due vetture e pertanto seguiamo la cronologia degli eventi. Il 17 gennaio, per il compleanno del papà, pensai di regalargli i fari fendinebbia per la Kadett. La scelta cadde sul modello che la rivista Gente Motori aveva candidato "il migliore per razionalità ed efficienza", tra un serrato confronto dei fendinebbia disponibili sul mercato italiano. La marca era Veglia Borletti, ed il modello, Gran Turismo, sinteticamente GT. Costo 45.415 lire + 15960 lire di montaggio dal nostro meccanico/elettrauto Uccelli. A fine febbraio, memore della triste esperienza di avere solo l'autoradio in vettura, decisi di far montare sulla Kadett un mangianastri marca Savage con due altoparlanti che andarono ad affiancarsi a quelli già presenti sul lunotto. Costo della operazione 130.000 lire più il montaggio. Essendo il mangianastri estraibile, pensai che se avessi avuto una seconda plancia avrei potuto metterlo anche sulla 500. Così ordinai la seconda plancia e due altoparlanti per il lunotto della 500 ottimizzando quindi l'utilizzo del mangianastri. Ad inizio marzo ci fu la riconvocazione dei tre giorni di visita militare. Alla fine di questi, sperai che anche questa volta mi avrebbero mandato nella fila di sinistra e così fu, insieme ad altri compagni di ventura ( allora eravamo veramente in tanti a queste visite ): riformato per insufficienza toracica .... Evvai !!!! In quei giorni sulle riviste di settore si apprendeva che la "Delta" era stata eletta vettura dell'anno.

Al secondo posto la nuova Opel Kadett serie D a trazione anteriore. Stile, maneggevolezza, dimensioni, prestazioni, finiture le caratteristiche che avevano decretato il successo del nuovo modello di casa Lancia. Sotto il profilo delle analisi di mercato relative al 1979, si denunciava la perdita di una occasione di sviluppo delle case italiane che, si diceva, a causa dei milioni di ore lavorative andate in fumo per le vertenze sindacali, avevano perduto l'occasione di un mercato ancora effervescente che aveva lasciato spazio alla concorrenza straniera che aveva toccato il 40 per cento di quota di penetrazione. Alla Fiat Auto, per la prima volta, l'esercizio si era chiuso in "rosso", con disappunto dell'Avvocato Agnelli che vedeva nell'atto di rifiutare la scelta della produttività il rischio di spingere l'Italia fuori dall' Europa. A distanza di tempo, possiamo dire che queste furono le premesse per spingere la Fiat a trovare l'opportunità di produrre fuori dall'Italia rivelandosi, per la Fiat, fonte di maggior utili per il costo della produzione inferiore, e per l'Italia un costante indebolimento dell'industria Italiana con tutto il suo indotto e la perdita di tanti e tanti posti di lavoro ....... Sul fronte dei listini il primo trimestre portava con sè una media di aumenti del 4% con le prime iniziative di "prezzo bloccato", come in Alfa Romeo, ove per ovviare ai ritardi di produzione, per la prima volta si garantì il prezzo bloccato per le vetture che erano state ordinate entro il 12 gennaio. Sono i primi segnali di un mercato dell'automobile che sarebbe cambiato, nel corso degli anni '80, come vedremo. Il 7 aprile, lunedì di pasquetta, consueta giornata passata a Lazzate a casa dello zio Luigi. Non sapevamo nè avremmo potuto immaginare che sarebbe stata l'ultima volta che avremmo pranzato a Lazzate. La giornata trascorse con i soliti ritmi ed avvenimenti, che abbiamo già narrato in altra puntata. Rammento che indossavo un completo in tessuto scozzese. Non andavamo più ormai a giocare alla guida sul 1100 R e sul 600 T dello zio però mi soffermai a guardare le condizioni di queste due vetture che con 12 anni sulle "ruote" sembravano ancora nuove. Tornammo a casa abbastanza presto quel giorno anche perchè la sera ero di turno in televisione e mi scoppiò un violento mal di denti provocato dal dente del giudizio. Non sapevo più dove sbattere la testa, tanto che i miei colleghi Paolo Riccardi e Gianni Bertolotti, rientrati da un servizio esterno, presi da compassione, ripartirono di gran carriera con il fido Fiat 238 furgone, corsero al pronto soccorso e mi portarono delle pastiglie per calmare il dolore. Fatti questi preamboli del primo trimestre, dove in questo contesto, la Delta era solo una nuova vettura incrociata sulle strade del Sestriere nell'estate del 1979, veniamo ad un evento singolare, il Salone dell' Automobile del 1980.

Il 25 aprile, con fratello, mamma, papa' e la mitica Kadett C, ci recammo a Torino in quel del Valentino, sito rimpianto e romantico del salone dell'auto, per valutare da vicino che auto avrei potuto comprare. Purtroppo anche qui devo deludere il lettore che pensa sia stata questa l'occasione dell'innamoramento. Niente di tutto ciò. Quello che ricordo dello stand Lancia era che vi era una Delta di colore carta da zucchero ed il resto era ressa di gente. Mi soffermai invece a valutare la Beta coupè 1.6, anche se ero un po' restio al discorso coupè, visto che ero abituato ad andare in gita con i miei genitori e mia madre aveva alcuni problemi all'anca. Stessa cosa vale per la Alfasud Sprint Veloce 1500, altra candidata, ma con lo stesso problema della Beta. Per la cronaca, allo stand Alfa Romeo era esposta una Alfetta 1,8 amaranto con l'ultimo restyling, ossia portiere con le maniglie incassate del 2.0, e senza più i deflettori alle portiere. Costo 11.500.000 lire. Altre candidate improbabili: la Talbot Solara 1.6 con un primordiale computer vocale, e la Giulietta 1,6 che aveva un baule ridicolo rispetto all'Alfetta. Nei bei ricordi di quel salone, dove purtroppo non avevamo con noi la macchina fotografica, l'esperienza di salire tutti e quattro su due Citroen l'una vicina all'altra : la 2CV, di colore giallo, e la Dyane, di colore azzurro. Il repentino dondolamento delle due vetture fece fare delle fragorose risate ai miei genitori che ancora ne ho memoria. Nei giorni successivi al salone ci fu anche la prova garage per il concessionario Audi, con la 80 GTE di un bel blu scuro metallizzato, ancora a quattro marce (il 5m sarebbe arrivato in autunno ) e Opel con la Ascona B 2.0 E. E viene maggio. In maggio avevo organizzato per la mia 5^ classe una gita scolastica a Firenze. Fu una gita che organizzai e gestii in prima persona con la prenotazione, non solo dell'albergo ( trovai alloggio vicino al Duomo, quindi in pieno centro ) ma anche per il viaggio di andata e ritorno in treno, ove i vagoni vennero riservati per noi e per fare un esempio, al ritorno, quando il treno proveniente da Firenze arrivò in ritardo a Verona, ove dovevamo cambiare treno, il capostazione ci stava aspettando e ci condusse immediatamente all'altro treno che ritardò la partenza per aspettare il nostro arrivo. Rammento che mandai una lettera di ringraziamento alle Ferrovie Italiane, perchè quando ci vuole ci vuole... E'a Firenze che avvenne il fattaccio. Stavamo andando da Piazza della Signoria verso l'Arno, passando per la galleria degli Uffizi, quando colpita da un raggio che passava tra i palazzi notai Lei... Una Delta 1300 4m rosso corsa.... Fu come un colpo di fulmine!!!. Tornato a casa andai a riprendere tutto ciò che avevo tra Quattroruote e Gente Motori sulla Delta e proprio su Quattroruote la prova era di una Delta rossa. Alla fine arrivai alle seguenti conclusioni: la Delta mi andava bene per queste ragioni: era larga come l'Alfetta, però era più corta, aveva 5 marce come l'Alfetta, era ben rifinita, aveva una linea giovane, era un nuovo modello e soprattutto costava 9.200.000 lire. A distanza di tempo, credo che valga la pena sentire cosa mi successe durante le visite ai Concessionari dell'epoca per la valutazione dell'acquisto. Come naturale il primo concessionario a cui mi rivolsi fu quello più vicino a casa: la R.A.U., della quale abbiamo già parlato. Il venditore, che già conoscevo dal 1975, un giovane Giorgio Benedini, capendo che non mi sarei fermato solo da lui mi disse semplicemente : << Tu fai il tuo giro, quando hai finito, vieni da me che ti tratterò meglio >>. La seconda visita fu presso una delle storiche Concessionarie Lancia di Brescia e che oggi non esiste più; si chiamava Dino Ferrari, dal nome del titolare. Fu proprio lui che mi ricevette in questo salone ove si accedeva da una scalinata come ad un ingresso in un tempio. In vetrina non vi era la Delta, ma una Trevi, una Beta HPE, una Gamma berlina ed in un angolo una A 112 Elegant. Chiesi di poter visionare una Lancia Delta 1500. Mi accompagnò in un capannone prospiciente, ove vi era l'area consegne e, una dietro l'altra, vi erano due Delta di colore argento, una 1300 e l'altra 1500. Chiesi di potermi accomodare nella vettura. Mentre stavo rimirando l'interno, sento il cav. Ferrari richiamare il preparatore delle vetture. Questi accorse subito ed in mia presenza ricevette un panegirico perchè sulla Delta che stavo osservando, sul parafango posteriore sinistro, vi era una macchia, che ad un primo mio sguardo sembrava della colla o resina. Devo dire che ci rimasi male per l'addetto che tra l'altro mi ispirava essere una persona in gamba. Ma la rigidità del cav. Ferrari la ritrovai anche quando gli chiesi se era possibile fare una finanziamento sul 50% circa del costo della vettura. Il cav. Ferrari mi guardò come se volesse valutarmi, poi mi disse : << Le automobili si acquistano quando si hanno i soldi, perchè quelli della S.A.V.A ( la finanziaria della Fiat n.d.r ) sono dei ladri >>. Non insistetti oltre, e non ebbi il coraggio di chiedere uno sconto... Mi recai invece ad un'altra storica Concessionaria , anch'essa ormai chiusa, che rimaneva sul viale della partenza della storica Mille Miglia: la S.I.C.A.R. Mi accolse uno dei due titolari che si premurò subito di farmi provare su strada la loro Delta 1500 aziendale di colore blu scuro. Mi piacque subito la posizione di guida e la potenza del motore. Non gradii invece il pedale dell'acceleratore che al principio era duro poi ti dava lo strattone e l'auto scattava. Una specie di effetto turbo, ma senza turbo. Poi mi affidò al loro nipote che mi fece vedere alcune vetture che avevano in consegna per poter valutare i colori della gamma. Ne vidi una marrone testa di moro, che era molto carina e mi ricordava il marrone parioli delle Fulvia coupè, ma dissi loro che la mia scelta era per il rosso corsa. Non ricevetti contestazioni alla richiesta di una possibile dilazione di pagamento. I due titolari ed il nipote furono molto cortesi e disponibili ed anche quando chiesi un possibile sconto, non si trincerarono in un diniego, ma, facendo presente che era una vettura molto richiesta e che vi erano difficoltà di approvvigionamento, mi proposero 50.000 lire di sconto. Infine, non rammento per quale strada arrivai a contatto con una piccola officina autorizzata in provincia di Brescia, dove questo disponibile meccanico, sentito delle mie lamentele sulla prova che avevo fatto con la Delta presso un concessionario di Brescia città, si premurò di procurarmi una Delta 1500 nuova e fiammante da farmi provare. Andai a provarla con mia madre. La Delta era anch'essa blu scura, ma la guida era tutta un'altra musica.... Sì era proprio la mia auto!. Sul fronte prezzo, facendo presente che la volevo solo rosso corsa, mi disse che non poteva farmi uno sconto, ma che si sarebbe premurato di andarmela a prendere in qualsiasi parte d'Italia. A questo punto tornai da Benedini, che ci portò in deposito ove mi fece vedere il rosso corsa su di una Lancia Beta HPE 1600. Bell'effetto, ottimo lo sconto proposto, 1.000.000 di lire, ma non era la Delta. Alla fine per la Delta 1500 di colore rosso corsa con vetri azzurrati con un totale listino di 9.295.000 lire mi propose un arrotondamento a 9.200.000 lire. Era poco, ma era il massimo che avevo ottenuto. A questo punto il problema era, da una parte riuscire a prendere la maturità, dall'altra ordinare la vettura per poterla avere in tempo per poi andare al mare. Compromesso con i genitori.. La ordini dopo gli scritti.
Il 3 giugno la Kadett fece il tagliando dei 20.000 Km .
Apro una piccola parentesi per inserire il ricordo di una serata storica per la città di Brescia, e che mi coinvolse professionalmente. Il 16 giugno del 1980 si tenne, al Teatro Grande di Brescia, l'ultimo concerto in Italia del pianista bresciano Arturo Benedetti Michelangeli.

IN ATTESA DEL GRANDE GURU

Fu un avvenimento, anche se disturbato all'esterno da manifestanti che utilizzarono l'occasione per amplificare le loro rivendicazioni. La nostra troupe, capitanata dal buon Gianni Bertolotti, cercò di addentrarsi per carpire qualche immagine. Anche l'amico Renato Giuntini, del settimanale Oggi, fu della partita per cercare di avere una intervista con il Maestro. Coinvolsi anche mio fratello, che stava terminando gli studi al conservatorio, e preparai un servizio sul Maestro, che la redazione della televisione approvò ed andò in onda la sera successiva con il titolo " Il Michelangelo della tastiera" (servizio di Carlo Carugati). Domenica 22 giugno ci fu una gita in pullman a Teglio, in provincia di Sondrio. La cito solo in quanto passammo davanti ad una concessionaria Lancia, dove in vetrina non mi sfuggì di intravedere una Lancia Delta rosso corsa... Finalmente il 7 luglio pomeriggio, dopo lo scritto di elettronica, ordinavo con 500.000 lire una Delta 1500 Rossa con vetri atermici al prezzo scontato di 9150.000 lire, grazie ad un ulteriore sconto extra di 50.000 lire strappato in fase di chiusura. Per informazione, non richiesi il finanziamento alla Concessionaria, ma valutai con i miei che era più economico, a livello personale, e senza perdite per i miei, avere il prestito da loro, che avrei restituito con un tasso ( molto equo per allora del 10% ). Feci inserire inoltre a contratto, una clausola che se non avessi passato gli orali potevo disdire l'ordine della Delta, perdendo ovviamente le 500.000 Lire. Altro ordine dalle scuderie: da quel giorno fino al superamento degli orali, non si sarebbe più parlato in casa della Delta, ma ci si sarebbe concentrati solo sullo studio. Rispettai la consegna, anche se le volte che mi rilessi il libretto di uso e manutenzione è pari alle volte che mio figlio Roberto, da piccolo, si guardava la cassetta dei Pokemon. Il 25 luglio passai l'orale. Nel pomeriggio passai da Benedini e gli diedi conferma che quanto prima aspettavo la vettura. Sabato 26 luglio, insieme alla zia Franca, zio Luciano e cugini gita nel Veneto ad alcune ville palladiane. Da segnalare fuori Villa Pisani una splendida Delta blu scura, fresca di immatricolazione. Dopo una settimana mi dissero che ne avevano trovata una che aveva però un accessorio in più: Le cinture di sicurezza posteriori. Ma vi rendete conto?... Credo di essere stato tra i primi clienti Lancia ad avere una Delta con le cinture posteriori, quando allora non si usavano nemmeno quelle anteriori. Costo 90.000 lire. Da quel giorno ogni pomeriggio alle 14,30, come un bravo lavoratore , mi recavo a vedere se vi erano notizie. Il 12 agosto appena varcata la porta della concessionaria: << E' arrivata,è di là in deposito>> L'emozione fu tanta. Era un po' impolverata, ma profumava di nuovo. Ricordo che montava come pneumatici i Veltro Ceat che non mi piacevano come disegno e chiesi cortesemente di scambiarmeli con i Kleber V10 di un'altra Delta beige che avevano in vetrina. Il 14 agosto del 1980 ricevevo il numero di targa BS689373. Ritirai la vettura ancora al lavaggio insieme ad altre sorelle Delta, una bianca ed una carta da zucchero. Feci subito un bel pieno aggiungendo la famosa pillola STP che si usava allora per migliorare la qualità della benzina. Il 15 agosto, prima gita al Parco della Sigurta' di Valeggio sul Mincio e relativa foto ricordo.

15 AGOSTO 1980 VALEGGIO SUL MINCIO PARCO SIGURTA'

Ero al settimo cielo..17 agosto 1980, ore 5.00: si parte per il mare. Delta preparata con la cera Shado, pieno di benzina Fina con pillola Stp, polvere arbre magic nel portacenere al profumo di mela verde. Qui la prima positiva sorpresa: la Delta, anche se carica, non si inclina, come ad esempio la cugina Ritmo, e per me, cultore degli assetti ante litteram ossia "alti", ciò fa piacere. Il viaggio conferma le valide doti di confort della vettura, il motore non viene sollecitato più dei 4000/4500 giri e comunque si viaggia ai 130 140 Km/h. Ai caselli ti chiedono se è un 1300 o 1500. Ad un casello dico che è un 1300 e mi fanno pagare di meno. Sono partito e mi sono sentito un piccolo ladro! Mai più. Tra le caratteristiche della Delta, il serbatoio di 47 litri. Il problema non è la quantità, quanto che dopo 20.000 Km sempre registrati, posso dire che il consumo medio della vettura è di 9,8 Km con un litro. Non un giudizio negativo o positivo, solo un dato da tenere presente. Tra le doti apprezzate dal sottoscritto, abituato alla tranquilla Kadett C da 47 Cv, lo spunto nei sorpassi e le possibilità offerte dalla quinta. Bisognerà aspettare la fine del 1982 perchè anche la Opel la introduca sulle Kadett e Ascona... Certo il motore è quello della Ritmo/derivazione 128, però è piacevole, se si esclude il problema di una vibrazione sotto la parte centrale al minimo che venne provvisoriamente (quando la cedetti era ancora così) risolto, avvolgendo la marmitta centrale con della lana di vetro. Credo che l'impianto di scarico delle Delta sia poi stato modificato nel 1983. Ma torniamo al mare. Sapete, al mare dicono ci sia la salsedine. Ed allora io, giovane proprietario di una sudata auto nuova, ogni mattina ero in cortile prima di colazione per togliere la rugiada della notte affinchè asciugandosi non restasse depositata la sabbia. Non chiedetemi come abbia fatto a non rigare la vettura, ricordo delle miscele di Vetril ed altre cose, che però sortivano l'effetto desiderato.
Una mattina si decide di andare a Gradara, la Rocca di Paolo e Francesca. Tiro fuori la vettura dal parcheggio, ed inserisco i blinker (dette frecce di emergenza). Arrivano i miei, tolgo i blinker e vado. Allo Stop devo girare a dx, inserisco la freccia, inserisco la freccia.... dov'è la freccia ?. La freccia non funziona più. Un momento di panico. Preso subito il libretto della assistenza. C'era una Concessionaria proprio sulla strada per Gradara. Con molta attenzione e molta paura che qualcuno mi venisse addosso, arriviamo in questa Concessionaria, dove un capofficina molto cortese ci accoglie e si occupa subito del problema. Mi è sembrato come se da Chivasso avessero mandato una comunicazione ai Concessionari, per la quale se si fossero presentate delle Delta con dei problemi, bisognava subito provvedere. Del resto sul lunotto della mia vettura campeggiava l'adesivo, ben visibile, "Lancia Delta auto dell' anno 1980".

26 AGOSTO 1980 PESARO

Questi sono stati i miei unici inconvenienti tecnici in 20000 Km di utilizzo e 3 anni e 1/2 di proprietà. Non so se le Lancia di oggi vadano meglio o peggio, quello che sò è che quella vettura fu, sebbene con il motore Fiat, una degna Lancia, peccato che, vistone il successo commerciale, pensarono poi di impoverirle nelle finiture, dalla serie successiva. Due piccoli particolari. La mia Delta aveva il rivestimento interno del portellone in moquette, la serie successiva.. un foglio di preformato plastico. Il parabrezza ed il lunotto avevano la cornice cromata... La serie successiva nera.

3 SETTEBRE 1980 FOSSOMBRONE

Comunque credo di essere stato l'unico turista della riviera romagnola a rientrare a casa con l'auto pulita, e soddisfatto del mio acquisto.
Anche tra gli addetti di Telenord, periodo di cambiamenti auto. Fiorenza cambiò la sua ormai alla frutta, 500 L del 1969 con una nuova Peugeot 104 ZL avorio. Gianni Bertolotti, mandò in pensione il Fiat 125 1^ serie del 1967 per una nuova Kadett 1.2 Special 5 porte anche lui avorio. Infine il lettore del notiziario delle 23.00 il neo dottore Flavio Trapelli che usava la Kadett B 4 porte lusso blu met. del 1970, del padre, prese anche lui una Lancia Delta, 1300, blu scura.
Il 30 settembre nacque Canale 5, evento che, per noi del settore, venne guardato con una certa curiosità.
Ripreso il lavoro, passai al turno di giorno 9-17 e mi iscrissi ad un corso serale della Regione Lombardia per programmatori di computer linguaggio Cobol., episodio che segnerà una svolta importante nella mia vita personale ed in quella della rossa Delta...
E venne la prima sera di scuola. Mi recai con la 500F un po' in anticipo, così da verificare come era la situazione parcheggi e cominciare a prendere conoscenza dei compagni di ventura. Nella classe allargata c'era un amico di mio padre e suo figlio, anche lui perito industriale. Ma quello che mi colpì fu che qualche minuto prima dell'inizio delle lezioni, entrò in classe, trafelata, una spaurita ragazzina con un sacchetto di un noto negozio di scarpe locale (Bata il nome). Si sedette sulla mia stessa seconda fila ma nella coppia di banchi a sinistra. Ora il lettore ricordera' la sensazione che provai a Firenze quando vidi la Delta Rossa, ebbene umanizzatela ed otterrete la stessa sensazione (dicesi colpo di fulmine). Purtroppo la classe allargata durò poco e la divisione delle classi comportò che la ragazza delle scarpe era nell'altra classe. Per fortuna avevamo gli stessi insegnanti, tra cui una simpatica professoressa di inglese tecnico, che aveva un difetto: non era fisionomista. Per ovviare all'inconveniente, aveva chiesto a tutti di portare una foto tessera, ed aveva quindi preparato un suo registro con tutti i dati di ognuno di noi. Così un giorno, mentre era andata a prendersi un caffè prima di riprendere le lezioni, frugando nel suo registro, carpii i dati della ragazza delle scarpe. Ora ella aveva un nome un cognome ed un indirizzo. Mancava solo l'occasione per un appuntamento.
Nel frattempo, durante il tempo libero, pensai che era opportuno montare un antifurto sonoro oltre al mitico Bloster, a tutt'oggi in servizio. La scelta cadde su un Philips con radar per gli interni e pendolino al mercurio per gli scuotimenti. Niente telecomando, un interruttore nascosto e 30 secondi per inserirlo o disinserirlo.
Ma veniamo a novembre. L'amico Costanzo Gatta, allora Caporedattore del quotidiano "La Notte" ed ex mio direttore artistico di Brescia Telenord, mi telefona per dirmi che aveva due biglietti per domenica 16 novembre per il Teatro Grande per assistere al Saggio di danza della Forza e Costanza, ove, nella seconda parte, le "grandi" mettevano in scena "Sogno di una notte di mezza estate". Corsi venerdì 14 a recuperare i biglietti, ma non avevo ancora la compagna per il secondo biglietto.. La chiamo? E se mi dice di no? Sabato 15 era organizzata una cena sociale della televisione. L'amico Giuliano Vivarelli (allora responsabile tecnico della Televisione), mi chiese se potevo passare a prendere lui e sua moglie, in quanto il vecchio 128 prima serie comprato usato nel 1978 aveva avuto uno dei suoi vari acciacchi. Per la cronaca, sempre quella sera mentre andavamo a cena sulla Kadett C rosso inglese di mio padre (nessuno sapeva a Telenord che avevo preso la Delta), la moglie, Anna, a bruciapelo mi chiede : << E tu quando ti sposi ? >> Risposi senza pensarci molto: << Quando trovo quella giusta !>> Ora a distanza di tempo, credo che quella domanda e quella risposta siano state la spinta che mi portò a fare quella telefonata.
Domenica mattina, ore 10.00. Con ancora addosso l'accappatoio decido di chiamare... Risponde Lei... Mi qualifico, realizza chi sono, passo alla proposta del teatro ed attendo la reazione..... << Si, va bene !>> La mente scioccata ma pronta realizza il punto a canestro e mette subito la palla al centro..<< Ok, vengo a prenderti oggi alle 15.00 ! Ciao !>>. I 30 secondi successivi sono equiparabili, per chi è un appassionato di calcio, a quando ci fu il fischio finale nel 1982 ed eravamo campioni del mondo ! << Ha detto sì !!!!!..>> Lo sgabello ove ero seduto cadde per terra con disappunto dei miei e degli inquilini di sotto, ma chi se ne importava "Ha detto sì!".
A questo punto solo un piccolo dubbio: Con che auto vado a prenderla ? Con la Delta, dirà il lettore.. Uhm, troppa esibizione .. Con la 500F così non la illudiamo di aver trovato Rockefeller... E.. se poi mi prende per un poveraccio?.. Ci sono: con la Kadett C. Non sembra, ma la Kadett C "berlina" con le sue varie cromature, questo colore metallizzato particolare , l'interno in vellutino beige, era un'auto semplice, ma al tempo stesso elegante, in più era di mio padre, quindi una situazione neutra che non mi creava problemi. In più l'auto era pulita perchè l'avevo preparata per la serata precedente. Per il lettore dirò che la Kadett sortì un effetto positivo e rassicurante in tutta la vicenda, ed è anche per questo che dal 1994 tornerà a far parte della nostra famiglia.
L'appuntamento andò bene, anche se il primo scambio di battute poteva far pensare diversamente... Mi chiese quanti anni avevo: << 19 >>, risposi. Replicò: << Secondo me gli uomini non sono maturi fino a 27 anni!>> La nostra storia poteva finire lì, ma ebbi il coraggio di sdrammatizzare dicendo : << Ma il 1961 è una annata di fuoriclasse !!!>> Comunque, si mise una pietra importante per il futuro. Dal giorno successivo, sarei andato a prenderla al lavoro tutte le sere per andare a scuola insieme e poi ovviamente l'avrei accompagnata a casa. Con che auto ? Glielo dissi chiaro, con la 500F di mia madre. Per la serie "le coincidenze", Francesca, così si chiama la predestinata, lavorava nello stesso cortile ove aveva sede allora la televisione; eravamo agli angoli opposti del cortile. Lei lavorava da un commercialista che aveva preso da poco una Lancia Trevi dorata con motore 2000. Vivarelli dirà che camminavamo con lo stesso passo ......
E qui chiedo scusa al lettore, ma devo narrare un fatto, molto semplice, ma che mi fece realizzare che avevo fatto bingo.. La prima sera con la 500F. Usciamo da scuola e le auto erano avvolte in quella brina notturna che toglie visibilità ai vetri. Lei senza che le chiedessi nulla, preso il panno antiappannante che vi era sul portaoggetti, si mise a pulirmi i vetri.. Ero semplicemente entusiasta...
Ma il lettore dirà.. e della Delta quando glielo hai detto ?. Allora, domenica 23 novembre, uscimmo in centro ancora con la Kadett. La sera fu la prima volta che Francesca cenò a casa nostra, e dal Telegiornale apprendemmo del terremoto dell'Irpinia che alle 19.34, con una scossa di magnitudo 6.89 della scala Richter, pari al X grado della scala Mercalli, provocò circa 3000 morti, 9 mila feriti, 280.000 sfollati e danni incalcolabili tra Campania e Basilicata. Domenica 30 avevamo programmato una passeggiata a Sirmione. Mentre preparavo la Delta, pensai: "Certo che insieme fate una bella coppia". Domenica, ore 15.00, sono sotto casa con la Delta. Fu un po' sorpresa della vettura e nello stesso tempo direi preoccupata. Per il suo carattere apprensivo, che ancora non conoscevo bene, ella al momento non realizzò che questa vettura era frutto del mio lavoro e dei miei risparmi, ma mi spiegherà più avanti, ebbe il timore che potessi essere addirittura coinvolto in chissà quali loschi traffici.
Comunque la vettura le piacque. Lo specchietto di cortesia dentro al cassetto portaoggetti, l'orologio digitale sul cielo della vettura, i vari tastini della consolle centrale che, diceva lei , le dava l'aspetto di un aeroplano. Il pomeriggio scorse veloce, il tramonto si stava avvicinando e in fondo alla penisola di Sirmione, verso le grotte di Catullo , scattammo una foto al tramonto, che poi lei da sposati incornicerà insieme alla scritta

"Dio è amore "( I^ Giovanni 4: 8).

L' 8 dicembre rimasi colpito dalla notizia che uno squilibrato a New York aveva ucciso l'ex-Beatle John Lennon...
La fine del 1980 si stava avvicinando, ed il 1981 sarebbe stato un anno di belle escursioni per la Delta e Francesca.
Il 25 Dicembre ci fu la presentazione ufficiale al parentado di Francesca. Non mi riferisco solo alla mia presentazione, ma anche la Delta naturalmente preparata come si conviene per l'occasione, faceva la sua bella presenza nel cortile del caseggiato. Inoltre nel pomeriggio si decise di andare al paese natio della famiglia a trovare gli altri parenti. Si partiva così per Seniga, piccolo paese della bassa bresciana al confine con il cremonese. In pratica il fiume Oglio divide il paese: da una parte è provincia di Brescia , dall'altra provincia di Cremona. La bassa padana è famosa per le sue nebbie da taglio con il coltello. Quella sera scese una nebbia non della peggiore specie, ma realizzai che va bene che la Delta, unica nel suo genere, aveva ben due fari retronebbia, ma forse valeva la pena di pensare a montare dei fendinebbia anteriori, visto poi che la vettura aveva già degli alveoli ove posizionarli. Così poi feci, commettendo però un errore dovuto ad un puro discorso economico. Ossia, per risparmiare le allora 5.000 lire dell'apposito interruttore per i fendinebbia, feci collegare i fari in parallelo con i retronebbia. Così ogni tanto mi capitava che alcuni mi facevano i fari in quanto i retronebbia erano molto efficienti, ma addirittura due davano fastidio.
Il 26 dicembre, di buon mattino, partenza verso l'Aprica, una strada che la Delta imparerà a memoria. Meta, andare a trovare, la zia Franca, e zio Luciano, incontro nuovo per Francesca con loro, ed incontro molto significativo, perchè neanche lo si poteva immaginare che sarebbero poi stati loro i futuri depositari della vettura.
La fine dell'anno la trascorremmo a Venezia. Partimmo con il treno da Brescia con una "borsa d'epoca". Era la borsa che mia mamma aveva utilizzato quando io ero piccolo e negli spostamenti portava appresso il biberon e altre varie attrezzature. Noi quella sera ci mettemmo un pandoro, tovaglioli, coltello, bicchierini ed una bottiglietta di prosecco Maschio. Era una serata fredda ma nitida e pulita. Dalla stazione puntammo, a piedi, a piazza San Marco dove arrivammo verso le 11.30 in una piazza gremita di persone e trovammo il nostro angolo dove predisponemmo il nostro desco, tra la curiosità e simpatia degli immancabili giapponesi che si premurarono di immortalarci con foto.
Ritornammo dopo la mezzanotte di gran carriera alla stazione per non perdere l'ultimo treno che ci avrebbe riportato a Brescia ed incredibilmente ci ritrovammo in uno scompartimento solo per noi. Il 1980 era stato, come anticipato, un anno incredibile, come incredibile era stato il tempo clemente, che ci aveva concesso di poter fare tante cose senza continue piogge come invece accade attualmente.
Una nuova era era iniziata.....

Carlo Carugati

Continua...

 
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