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                        Dalle Fiat 1100 alle Opel Kadett storia d’auto e di famigliaCap. 12 IL 1991
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                          Il primo dell’anno del 1991, si tenne come ormai da  tradizione a casa nostra, insieme a genitori e fratello. Occasione anche per  ascoltare  il Concerto di Capodanno da Vienna  diretto da Claudio Abbado ( per la seconda e ultima volta; la prima era stata  nel 1988). Nel cortile, non asfaltato, di casa avevo all’aperto tre vetture: La  Fiat 1100 Special bianco del 1962 (non assicurata), l’Alfetta 1,8 bianca del 1975,  che era la vettura ufficiale della moglie (diciamo la nostra seconda auto),  parcheggiata davanti al garage, e la Volvo Polar bianca (la mia vettura  aziendale targata a novembre 1990 e da vendere in febbraio). Qualcuno potrebbe  pensare che io avessi una preferenza per il colore bianco. In realtà no, anzi,  ma le coincidenze sulle vetture usate e l’esigenza per la Polar di avere un  colore facilmente rivendibile, presentavano una situazione monocromatica di  questo tipo.  Mi salvavo con la Biturbo  (parcheggiata in garage) dark skoky quarz. Nel consueto consultivo sulle spese  di gestione auto, che da anni ormai tenevo, rilevai che nel 1990 avevo speso la  bellezza di 700.000 lire di lavaggi a mano, ai quali era poi seguita personale  lucidatura. E fortuna che avevo la maggioranza delle vetture bianche! Tra  l’altro mi trovavo con due antipatici inconvenienti sull’Alfetta. Il fatto di  essere parcheggiata sotto tre balconi comportava che molto spesso la trovavo  sporca dell’acqua mista a terra che proveniva dall’innaffiamento dei fiori sui  balconi. Il parabrezza era quello che ne soffriva di più. In tale caso avrei  desiderato trovare ai semafori i lavavetri, che oggi sono spariti dagli  incroci. Inevitabilmente, quando avevo questa necessità, non ne trovavo mezzo.  Il secondo inconveniente, che per un periodo  pensai fosse veramente un dispetto, era che ogni tanto trovavo sull’Alfetta, in  particolare, delle macchie marroni che richiedevano l’uso di cera per essere  tolte. Sembravano macchie di caffè, tanto che pensavo ad imprudenti inquilini  che prendessero il caffè sul balcone e poi come per sciacquare la tazzina  lasciassero cadere nel vuoto le gocce rimaste… Scoprii poi, mi diceva qualcuno,  trattarsi invece delle emissioni della centrale termica della lavanderia  dell’Ospedale Civile, che ogni tanto aveva delle emissioni, diciamo, fuori  norma.  In quell’inizio d’anno mi capitò  anche di imbattermi in una bella Autobianchi A 112 Abarth 5^ serie del 1980  Rosso corsa. Vettura molto bella, prezzo non popolare, ma bella!  Solo realizzai che, anche se nessuno al  momento si era lamentato tra i due condomini, forse se fossi andato ad  aggiungere un’altra vettura…  Pensai  allora che era giunto il momento di pensare ad un garage esterno che potesse  venirmi a supporto. Ne trovai, in vendita, uno a 700 metri da casa. Si trattava  di un garage doppio in lunghezza (10 metri) con una apertura buona, che provai  con la Volvo 240 Polar.  Provvidenza  volle che prima di decidere pensai di chiamare l’amico Architetto Alvaro  Tirandi che sicuramente avrebbe potuto darmi un’idea della stima del garage, i  costi collaterali ecc. Quando lo chiamai fu come se aspettasse la mia  telefonata. Mi disse:“Sai, oggi comincio a costruire il  Residence a S. Anna”. In effetti mi aveva accennato di questo progetto, nel corso  della visita che ci aveva fatto con la moglie, dopo la nascita di Mirco. Si  trattava di un residence, con 22 alloggi, uno diverso dall’altro, con tunnel  sotterraneo per i garages… La mia mente reagì prontamente e disse: “Posso  venire a trovarti?”  Dopo 15 minuti ero  da lui e rimasi affascinato da questo plastico, tanto che non spesi nemmeno una  parola per la richiesta di informazioni per il garage che volevo comprare, ma  invece espressi il mio desiderio latente, che si era svegliato. Esordii dicendo:  “Mi piacerebbe una villetta bifamiliare, al primo piano, su piano unico, che  però abbia un amplissimo garage”. Pensavo che con questa premessa mi avrebbe  liquidato dicendomi, che, essendo in città, erano al massimo due i posti auto e  sarei tornato a parlare del mio acquisto del garage. Invece Alvaro mi guarda,  si concentra e comincia a “misurare” il plastico e dice: “ Dunque, qui no; là  non si riesce... “ Poi mette il dito su una bifamiliare con piano lineare,  ingresso a specchio e mi dice: “ Qui potrei allungarmi fino alla roggia; non ti  serve la taverna, bagno?”- “Direi di no”, dico io. “Magari uno studio, quello  sì, la lavanderia…”, aggiungo.  Mi dice:  “Ti bastano 75 mq di garage?”. Replicai : “Direi di sì! E cosa mi costerebbe  più o meno?”. Mi dice una cifra… Io non mi scompongo e ribatto: “ E del mio  appartamento cosa ne facciamo?” Risposta immediata: “Lo vendiamo o te lo ritiro  io!” L’entusiasmo mi salì alle stelle tanto che dissi: “Per me va bene. Poi per  il piano casa ti metti d’accordo con Francesca. Per quando sarebbe pronta? Mi  risponde: “Tra un anno, circa”. Replicai: “Ok Alvaro, tienila per me!”.  Rimanemmo d’accordo che avrebbe sviluppato il  dettaglio della soluzione in base alla mia esigenza, per il piano basso, poi ci  saremmo aggiornati per come organizzare sopra.   Uscii tutto contento e mentre rientravo verso casa pensavo: “Sono uscito  per comprare un garage ed invece... cambio casa…”  Quando, rientrato, dissi a Francesca che  cambiavamo casa, non rammento che sia svenuta (buon segno), ma, come altre  volte, mi presentò i conti delle paure, legati ai soldi, agli impegni… Però  quando toccai il tema che, cambiando casa in quel periodo, avremmo dato la  possibilità al piccolo Mirco, di entrare alla Scuola Materna che era lì vicino  alla casa e dove poi vi era anche la Scuola Elementare, e quindi farlo crescere  direttamente in un ambiente nuovo, ma che sarebbe diventato l’ambiente  familiare, ecco che la tensione si abbassò. Poi naturalmente facemmo i conti  anche con la penna per valutare come muoversi ed alla fine, grazie anche al  fatto della serenità che ci dava di affidarci ad un amico fidato, ecco che  riuscii a fare in modo che il nuovo progetto avesse il sì definitivo della  moglie, che comunicai subito ad Alvaro. Come promesso, lo studio del piano di sopra  lo fece poi con Francesca e devo dire, dopo tanti anni, che le scelte fatte di  variazione rispetto al disegno di base furono tutte indovinate.  Sebbene il primo di gennaio non avrei mai  pensato di cambiare casa, al 20 non vedevo l’ora di poterci entrare e poter  avere i miei mezzi al coperto.
 
 Via Cucca 38 - 20 Gennaio 1991 
                          Da queste premesse capite bene perché il  titolo di questo capitolo non è dedicato ad una o più vetture, ma al  contenitore dove metterle. Naturalmente, da quel giorno, pancia a terra, perché  bisognava produrre per mettere fieno in cascina, per poter avere il meno  possibile bisogno di accedere ad un mutuo.   Il 15 gennaio era scaduto l’ultimatum dell’ONU nei confronti di Saddam  Hussein, al fine di lasciare il territorio del Kuwait. Iniziava così la Guerra  del Golfo, una partita veloce che finirà il 28 febbraio.  Contrariamente a quello che si potrebbe  pensare, la mia clientela Volvo reagì in maniera positiva ed i clienti che  avevo in trattativa da dicembre decisero di comprare la vettura.  In particolare me ne ricordo uno che aveva  come vettura, che teneva come seconda auto, una Opel Ascona A 1.2 S 4 porte  lusso rossa, seconda serie del 1973. Quando andai a portargliela a casa scoprii  che il padre aveva anche una Opel Rekord C 1900 Sprint coupé. Il 1991 inizia, per il mercato  dell’auto, ancora con il “rumor” delle case costruttrici che si lamentavano che  in Italia ci fosse ancora il superbollo per le vetture a gasolio (in  particolare), anche se vi era anche per gpl e metano, che ne limitava le  vendite e quindi lo sviluppo/lancio di nuove versioni. Addirittura, non avendo  i sistemi di rilevazione che oggi non solo misurano il PM10 ma anche il PM2,5,  sostenevano che il diesel era più pulito della benzina, A differenza di oggi,  inoltre, il gasolio costava il 30% in meno della benzina. A distanza di quasi  30 anni, penso che se questo superbollo fosse rimasto per il diesel e  l’avessero tolto solo per gpl e metano, e si fosse puntato allora ad investire  su veicoli fatti dai costruttori con impianti GPL/Metano, l’evoluzione  dell’auto ed anche dell’elettrico avrebbe potuto avere un percorso diverso ed  in tempi più brevi. A proposito di elettrico, va ricordato che già da giugno  ’90 si poteva acquistare la Panda Elettra al prezzo di 25.684.000 lire, lo stesso  prezzo di una Croma CHT SX.  Ma nel 1991  gli strateghi cominciarono a lavorare nei fianchi alla politica, che purtroppo  procede e spinge anche in base alle informazioni che riceve e con sempre un  occhio all’elettorato. Già allora, e non è ancora cambiato oggi, si fece  circolare il messaggio che la colpa di tutto l’inquinamento era l’automobile e,  giocando sul fatto che si stava per introdurre al 100% la marmitta catalitica,  era in particolare il veicolo a benzina l’imputato, anche perché si diceva, sempre  per stimolare la gente a cambiare vettura, che non si doveva usare la verde  sulle vetture non catalitiche, perché si andava ad inquinare di più. Quindi se  non ho capito male, allora - forse ci volevano far passare da fessi - si era  creata una benzina verde, che non aveva il piombo, ma che se usata su una  vettura non catalizzata era ancora più inquinante!!! Ma complimenti! Follia  pura.  L’altra bufala, ma che verrà fatta  circolare più avanti, quando scompariranno proprio i distributori della rossa,  era che “tutti i motori” non catalitici non potevano funzionare con la verde.  Ad alcuni motori si sarebbe dovuto rifare le sedi valvole, altri avrebbero  avuto battiti in testa e bisognava quindi variare l’anticipo, operazione che  comportava poi altri problemi di surriscaldamento del motore.  Hanno tentato di tutto per far anticipare gli  acquisti alla gente ed hanno spinto per il diesel perché era più facile  produrre vetture turbo con prestazioni maggiorate e con riduzioni dei consumi, ed  utilizzare queste caratteristiche come argomenti di vendita.  Che poi inquinassero di più in un periodo  dove non vi era molto confronto e la comunicazione era unidirezionale, questo  lo scopriremo solo negli anni futuri. In una intervista all’epidemiologo  dell’istituto Mario Negri, Professor Carlo La Vecchia, riportata su  Quattroruote di marzo 1991, questi rispose ad alcune domande relative alla  relazione tra inquinamento atmosferico ed aumento dei tumori, dichiarando che  l’aumento di casi di tumore al polmone era dovuto al grande consumo di  sigarette anche nei locali pubblici e che i gas di scarico potevano essere  responsabili di una percentuale minima. Il professor La Vecchia suggeriva di  dotare tutte le vetture del dispositivo che bloccava l’afflusso nell’abitacolo  di aria esterna ed ovviamente di non fumare in auto. Infine affermava che i  provvedimenti quali le targhe alterne non avevano alcun senso scientifico.  Intanto a febbraio, venduta la Polar, mi dissero di prendere una Volvo 480  Turbo. Avendo già avuto la ES nera, non potendola prendere rossa per i soliti  problemi di rivendita, ne trovai in stock una bianca.
 Una legge invece giusta che si promosse  in questo primo semestre del 1991 fu la proposta di revisione dell’assurda  aliquota Iva al 38% che gravava sui veicoli a benzina oltre 2000cc e diesel  oltre 2500cc e portarla ad una unica al 19%. Quante opportunità abbiamo perso  nello sviluppo e quindi nella vendita in Italia ed all’estero di vetture  italiane con queste cilindrate superiori…
 A marzo partecipai con mio papà ed il  1100 Special ad un raduno sulla sponda bergamasca del Lago d’Iseo, organizzato  dal Top Club che era coordinato dal Dr. Forte, un appassionato di auto  storiche, non solo Topolino. Aveva infatti nella sua collezione anche una bella  Fiat Dino 2000 coupé argento metallizzato.
 
 Il Fiat 1100 Special del 1962 al Raduno Top Club. Si notino i copri rostri in gomma, accessorio degli anni 60  
                          Tra le belle  vetture presenti,  rammento una Fiat 2300 S coupé oro metallizzato targata Bergamo (che mi  rammentava quella che aveva la famiglia Marconi – vedasi puntata del 1969 
 ed una Fiat 1300 del 1961 azzurro medio come quella che aveva avuto lo  zio Claudio fino al 1983.  
 Il 19 aprile ci fu l’ennesimo tentativo  di rubarci la rossa Fiat 500 di mamma. Questa volta, oltre all’antifurto  particolare montato sul mezzo, i ladri si trovarono con la vettura che aveva il  semiasse che neanche a farlo apposta si era rotto il giorno prima, quindi una  doppia sfortuna, per loro. Quest’antifurto era una vera presa in giro per i  ladri, perché ti permetteva di accendere la vettura, ma dopo 30 secondi la  vettura si bloccava, si spegneva e si metteva a suonare, di gran carriera, il  clacson. In questo caso, nel mentre l’accesero, le marce non si inserivano e  pertanto si trovarono in strada con un mezzo inutilizzabile che svegliò il  condominio.        In quei giorni il Signor Luraghi che,  per chi non lo sapesse, era uno dei figli dell’ex Presidente dell’Alfa Romeo  Giuseppe Luraghi, mi chiese come andava la 480 turbo e quanti km avevo fatto;  venne a visionare come la tenevo e mi fece i complimenti, poi mi disse: “  Allora si ordini la nuova 940 GLT Turbo , prenda una SW, che la utilizziamo per  il lancio, come dimostrativa, e la tiene lei. Quando arriva, la 480 Turbo la  passo a mia figlia. “.
 
 Detto, fatto. La Volto 940 GLT Turbo era una nuova versione 2 valvole per  cilindro, con una turbina che permetteva di erogare 155 cv a 5600 giri. Sempre  per la politica di rivendita nei 4 mesi,   la ordinai grigio medio metallizzato, uno di quei colori che dalla fine  degli anni  '80 era diventato un colore  di pregio, alternativo al solito argento. Ho un ricordo molto piacevole di  questo motore molto tondo, con una spinta progressiva della turbina. Sabato 27  aprile, nel pomeriggio, mi recai alla Fiera di Montichiari, per la classica  Mostra Scambio, che all’epoca attraeva il pubblico bresciano.
 
 Venni attirato da un cuscino a foggia di  Fiat 600 prima serie, che non potei che acquistare come espressione di un  desiderio latente di averne una. La sera ci fu, al Teatro Sant'Afra di Brescia,  un concerto di mio fratello Raffaele, con musiche per pianoforte di Sergej  Prokofiev, nel centenario della nascita. Serata   dove sfoggiai la nuova 940 GLT, che si faceva   notare anche per le scritte pubblicitarie.  Il nuovo mezzo attirò apprezzamenti per il marchio e l’allestimento. A maggio arrivarono alcuni funzionari  della Opel Italia, che tra l’altro conoscevo, per parlare con il Signor Sala.  Pensai ad una visita di cortesia, all’inizio. In realtà vennero a proporci di  prendere il mandato della Opel, in quanto il Saigarage era stato acquisito  dalla Fiat e pertanto aveva restituito il mandato alla Opel, ed a Brescia il  marchio era scoperto.  Quando Sala me ne  parlò con molto entusiasmo, al principio mi spiacque quasi l’idea di lasciare  il marchio Volvo, dall’altra era un’opportunità per uno sviluppo dell’azienda,  perché i numeri erano diversi, conoscevo il marchio, avevo tutta una mia  clientela che potevo recuperare. Quando poi mi disse che avremmo passato il  marchio Volvo all’amico ed ex collega Saigarage Vittorio Lorenzetti, che nel  frattempo aveva aperto da qualche anno una piccola struttura Volvo a Sirmione,  ne fui quasi rasserenato, perché era come se restasse tutto in “famiglia”.  Quindi la 940 GLT SW turbo fu la mia ultima  Volvo nuova che ebbi, in quanto poi si continuò con l’attività quotidiana, ma  con lo sguardo proteso a quello che sarebbe stato il futuro con il nuovo marchio.  Venduta in anticipo la GLT cominciai ad utilizzare vetture usate Volvo che  avevamo ritirato. La prima fu una 760 TD SW bianca, che inaugurai il 31 maggio  in occasione del matrimonio dell’amico e collega Pierangelo Pasini, che si  sposò con una stupenda Alfa Romeo GT Junior 1300 argento del 1972.
 
 Pierangelo Pasini e la sua splendida Alfa Romeo GT Junior 1,3 1972 Poi fu la volta di una Volvo 740 GLE 16V  berlina, senza volerlo, bianca, con la quale mi feci l’estate.  
 Il primo viaggio fu il 22 giugno, con un  giro tra le Ville Venete : Caldogno ( Villa Caldogno, del Palladio ); Marostica  ( con la Piazza degli scacchi ); Bassano del Grappa ( Ponte Vecchio, del  Palladio );  San Zenone degli Ezzelini,  dove ci fermammo a fare picnic; 
 
 Riposino pomeridiano nel confort della Volvo 740 GLE 16V ed infine Maser ( Villa Barbaro e  Tempietto, del Palladio ). A Villa Maser, parcheggiai la 740 dietro  ad una Vectra GL Marseille Red tedesca che si  confrontava con l’Ascona 1,6 S di mio padre. 
 
 
 Lì realizzai che la vettura che avrei  ordinato per me sarebbe stata una Vectra CD 2.0 Marseille Red. Dopo una mia puntatina di qualche giorno  a Rivazzurra con il Biturbo, mentre erano lì in vacanza i miei, le nostre  vacanze si ripeterono nuovamente a Tremosine con la mitica Alfetta, che ormai  sopportava il carico di questi spostamenti con pargolo e suoceri.
 
 Il 21 agosto, ci raggiunsero i miei  genitori e mio fratello. Ci trovammo a Limone e poi si decise si puntare sul  lago di Tenno, ove avremmo fatto picnic.   Nel negozio dove comprammo il pane, mio papà chiese al titolare indicazioni  per Tenno. Questi rispose: “Dopo Pranzo (località prima di Tenno) arriva a  Tenno”. Mio padre fece la battuta: “ Spererei di arrivare prima di pranzo!”.  
 In quei giorni, mi chiamò l’amico  Daniele Squassina, dal quale avevo parcheggiato, nel piazzale della sua  tipografia, il Fiat 1100 Special carta da zucchero, semi smontato, dal quale  avevo prelevato la testa per il 1100 bianco e che avevo ancora in carico con  targhe e documenti in attesa di decidere cosa farne. Mi disse che avevano venduto  la tipografia e che ai primi di settembre dovevano liberare e quindi dovevo  recuperare il 1100.  Purtroppo fatte  alcune telefonate, non trovai dove potevo metterlo da parte, in quel momento.  L’amico Walter Apostoli mi propose di andarlo a recuperare, portarlo da lui in  officina, smontare un po’ di cose e poi avrebbe pensato lui a farlo demolire ed  io mi sarei occupato di fare la radiazione burocratica. Il 29 agosto partì  quindi l’operazione 1100, con il recupero al mattino della vettura (trovai il parabrezza  crepato da vandali) e nel pomeriggio, con la collaborazione del giovanissimo  figlio Valerio, smontammo quanto potei pensare   di salvare e mettere da parte in cantina. La sera, mi chiamò mia mamma  per dirmi se ci andava bene di andare il 30 a fare un giro nel comasco; poi nel  pomeriggio saremmo passati a Lazzate a trovare il fratello di mio papà, lo zio  Luigi.  Naturalmente ero molto entusiasta  dell’idea, anche perché era la prima volta che Francesca sarebbe venuta a  Lazzate e poi in me si risvegliò la vena collezionistica, pensando alle due  vetture che immaginavo ci fossero ancora e che non vedevo dal 1985: 
 la Fiat 1100 R blu e il Fiat 600 T rosso, entrambi del 1968, dello zio  Luigi. Il tour iniziò con una visita esterna al Castello di Carimate, trasformato  in hotel; una visita in Como, dove facemmo fatica a trovare parcheggi; picnic  sulla riva del lago e, nel pomeriggio, arrivammo a Lazzate.  Non so quanti di voi credono nella telepatia,  ma arrivati a Lazzate, mio zio Luigi aprì subito l’anta del deposito dove erano  parcheggiate le due vetture e, mentre Francesca e Mirco facevano conoscenza con  i miei parenti, lo zio mi fece vedere le sue vetture.  Feci notare allo zio che non aveva fatto  montare le cinture di sicurezza anteriori (obbligatorie dal 1989) ed egli mi  rispose che, prossimamente, non avrebbe più pagato nemmeno il bollo (come  faceva a sapere che nel 1998 sarebbe entrata in funzione la legge per l’esonero  del pagamento della tassa di proprietà per le trentennali?).  Più avanti scopriremo che, quasi una profezia,  egli non pagherà più il bollo dal 1995…   Ebbi modo quindi di fare una piccola perizia alle vetture, che erano  sane e che avrebbero avuto bisogno solo di qualche mia cura per valorizzarle.  Rammento il lunotto del Fiat 1100 R tappezzato degli adesivi del Touring Club  Italiano. Presi quindi in mano la situazione, come avevo fatto un anno prima  con il Pastore Vetta e dissi allo zio: “Zio, quando decidi di cambiarle, sappi  che a me interessano!” Mio zio mi rispose: “Non ti preoccupare!!!” Quante volte  mi frulleranno in mente queste parole… Intervenne mia cugina Reginelda: “Che te  ne fai di questi rottami?” In questo caso fui io che le risposi: “Tu non ti  preoccupare!” 
 Facemmo qualche foto e, queste sono le  ultime scattate insieme con lo zio Luigi, che comunque rivedremo ancora una  volta e ne parleremo più avanti.   Personalmente, credo che allo zio avesse fatto piacere il mio interesse  per le sue vetture. Del resto, pensai che, se avesse deciso di cambiarle, tra il  darle ad uno sconosciuto e darle ad uno di famiglia a pari condizioni, era  migliore la seconda soluzione. Comunque anche qui avevo lanciato il sasso nello  stagno, nella speranza di muovere qualcosa.   Mia mamma mi rivolse sempre la domanda, su dove le avrei messe ed io  risposi : “Sto cambiando casa apposta!”. La mia era una battuta al momento, ma,  a distanza di tempo, credo che tutto quello che ho iniziato in quegli anni ’90  aveva un progetto che è stato seguito dall’alto, perché non avrei potuto  farcela da solo!Dopo una breve malattia, si spense a Milano, il  10 dicembre 1991, il Dottor Giuseppe Luraghi, ex Presidente dell’Alfa  Romeo, padre del Signor Dario e nonno materno del Signor Sala.A settembre vendetti la 740 GLE e presi  un’altra 740 GLE 16V SW, sempre bianca. Rammento che quest’ultima aveva un  problema al debimetro. La usai poco, ma mi venne utile, per fare un trasloco  del materiale del 1100 Special in una delle cantine di Seniga, nella casa dei  suoceri.  Venduta  anche la SW, non vi erano altre Volvo  interessanti ed ecco allora che mi autorizzarono a prendere una vettura non  Volvo. Si trattava di una magnifica Lancia Thema Turbo ie berlina del 1987  verde petrolio, interno in alcantara, climatizzatore automatico. L’avevo  ritirata in permuta su di una Volvo Super Polar SW, la versione extra lusso  della Polar dotata di vernice met, interni in pelle, cerchi in lega, 4 vetri  elettrici. La preparai come da mio standard ed era semplicemente strepitosa.  Una di quelle vetture che sarebbe stato da mettere da parte, con quel buon  profumo dell’alcantara… Nel frattempo cominciammo ad inviare i primi ordini per  lo stock iniziale Opel e quindi dovevo ordinare anche l’automobile per me. La  politica Opel per le dimostrative era diversa da quella Volvo. Per le  dimostrative, Opel dava un extra bonus, però la vettura la pagavi subito e  dovevi venderla, non prima di 4 mesi.   Ecco che allora, mi ordinai una vettura più vicina ai miei gusti:  Vectra 2.0 CD colore marseille red, interno  in velluto grigio chiaro (la maggioranza sul mercato avevano l’interno nero),  cerchi in lega (ho sempre ritenuto che i cerchi diano il tono di una vettura)  ed un piccolo extra che avevo avuto sulla Ascona 1,6 S: la sospensione regolabile  posteriore in altezza (130.000 lire) ad aria. In questa maniera, se si caricava  la vettura, si aveva la possibilità di irrigidire la sospensione posteriore in  modo che si viaggiasse sempre con un assetto lineare. L’ultima Volvo nuova la  vendetti io, proprio la mattina in cui il DM Volvo, Dalfini, era venuto per  ritirare i conformità delle vetture che avremmo restituito. Si trattava di una  460 Carburatore, per la quale dovemmo trattare per poter chiudere la vendita,  ossia poter avere il conformità e targare noi la vettura. Dopo la Thema, presi  la sua diretta concorrente, un’Alfa Romeo 164 turbo prima serie, nera. Il  proprietario le aveva messo le scritte 3.0 sul posteriore e la cosa faceva  scena. In previsione del nuovo marchio, era venuto a lavorare con noi anche  Stefano Sala, il mio ex collega del Saigarage e fu con lui che andammo a Roma  per il lancio dell’Opel Astra.  Al  termine della presentazione, tutti i Concessionari ritirarono, a Fiano Romano,  un’Astra, che poi sarebbe stata immatricolata come dimostrativa. A noi diedero una  5 porte 1.4 GLS Nova Black.  Partimmo da  Roma nel pomeriggio. Allora non vi erano ancora i cellulari. Facemmo l’errore  di telefonare in sede per dire che eravamo in viaggio. Pensavamo di prendercela  con calma, ma invece il signor Luraghi ci disse che ci aspettava perché doveva  andare a far vedere l’Astra ad un Colonnello Militare suo amico/cliente.  Ci trovammo quindi a dover darci dentro per  rientrare ad un' ora che non fosse tarda. Arrivammo verso le 20.00 con la  vettura, che se non era secca, poco ci mancava e la consegnammo subito al  signor Luraghi, che andò subito nel suo ripostiglio per farle benzina.
 Notammo anche le nuove insegne con il  marchio Opel.  All’inaugurazione, che  cadde in coincidenza con il lancio della nuova Astra, a metà ottobre, venne  tanta gente, segno che vi era  attesa sia  per il nuovo modello, sia per una nuova Concessionaria Opel a Brescia.  Tra l’altro, rispetto al Saigarage, eravamo  sulla stessa via, solo un po' più vicini allo stadio di calcio, ed anche questo  venne percepito dalle persone come una continuità.  Poi vi era il Signor Sala, che era stato  procuratore del Saigarage dal 1982 al 1988, vi ero io, che ero rimasto fino al  settembre 1989, e Stefano Sala, che era rimasto fino e durante il cambio con  Fiat. Questo ci consentiva di ritrovare tanti clienti. Tutto questo mi faceva  stare sereno, in previsione dell’impegno imminente per l’acquisto della nuova  casa.
 
 Mi ricordai quando qualche anno prima,  nel 1986, ebbi l’onore di andarlo a prendere, alla sua villa di Gardone  Riviera, per portarlo proprio al matrimonio del Signor Sala. Un’occasione, per  me giovane appassionato,  per qualche  battuta/ricordo sulla Storia dell’Alfa Romeo, dalla Gulietta al nuovo progetto  e stabilimento Alfasud. Una persona della quale porterò sempre un bel ricordo.   Continua…Il 1992 sarebbe stato un altro anno  carico di novità!
 Carlo Carugati
 Questa puntata è dedicata  al mio primo ed unico Capo Vendite, Giulio Marchesi, classe 1932 che ci ha  lasciati il 10 marzo 2020 ed ad un ex collega, Oscar Davide, che è mancato il  16 gennaio.  |  |  |  
                |  | creato il 20 marzo 2020 ............................................................................................................................,,,,,,,,,,,,.......................a cura dell'Admin |  |  |  |